Discussione generale
Data: 
Giovedì, 20 Luglio, 2023
Nome: 
Stefano Vaccari

A.C. 1194-A

Grazie, signor Presidente. Rappresentante del Governo, colleghe e colleghi, presidente Rotelli, dal 2 al 17 maggio la Romagna, ma anche zone più delimitate delle Marche e della Toscana, sono state interessate da una serie di eventi alluvionali e geologici, prodotti, come hanno sostenuto gli scienziati e i ricercatori, da un fronte meteorologico occluso di origine atlantica, alimentato a sua volta da un ciclone mediterraneo che ha generato piogge e rovesci persistenti e di notevole intensità, allagamenti, straripamenti e frane, non prevedibili e mai successi prima.

Lo stesso commissario Figliuolo, in audizione, l'altro giorno, ha sottolineato che si è trattato di eventi alluvionali straordinari ed eccezionali. Questo ha provocato, come ha ricordato anche il collega Simiani, esondazioni, rotture di argini di fiumi e torrenti, allagamenti, decine di migliaia di edifici invasi dall'acqua e dal fango, 5.000 imprese agricole colpite, strade e ferrovie parzialmente o totalmente interrotte, 1.105 frane principali in 83 comuni. Dati e numeri che sono già stati ripetuti, ma che voglio ulteriormente sottolineare, assieme, ovviamente, alle conseguenze più tragiche: 17 vittime, 23.000 sfollati e la perdita di tutti i propri averi e ricordi da parte della maggior parte delle famiglie e delle imprese colpite.

Eppure, care colleghe e cari colleghi, in quei momenti di grandissimo disorientamento e dolore, mentre si spalava il fango e si portavano in salvo le persone, gli animali e le cose rimaste integre, da un lato, c'era chi negava ancora i cambiamenti climatici e i loro effetti, e, dall'altro, c'era chi speculava sulla tragedia e avanzava l'ipotesi che gli smottamenti, le frane e gli allagamenti fossero il frutto delle inadempienze della regione Emilia-Romagna, che non aveva speso le risorse già a sua disposizione.

Le falsità sono, però, durate lo spazio di un attimo e hanno coperto di ridicolo chi le ha pronunciate, segnalando, tra le altre cose, il deterioramento della battaglia politica, che, in certe occasioni, dovrebbe invece venir meno per far posto alla coesione e alla solidarietà di tutto il Parlamento verso quella parte di territorio colpita. Bugie grossolane, che riguardavano ben altro ed anche altri territori. Arrivare a dire che non erano stati spesi i fondi del Ministero delle Infrastrutture per la messa in sicurezza dei corsi d'acqua interessati alle esondazioni, è stato veramente vergognoso. Lo ripetiamo qui, come ha fatto un giorno dopo la regione: quei fondi riguardavano la navigazione del Po, il sistema idroviario padano-veneto, con particolare riferimento all'idrovia ferrarese, e non potevano essere spesi altrove. E allora perché tanto accanimento propagandistico? Cosa muove la leva delle menzogne rispetto all'interesse nazionale? Lo sapevate perfettamente, ma il vostro gioco è stato scoperto e il tentativo di giocarvi politicamente la tragedia, pure.

Lo avete fatto dal primo istante, quando il buon senso ed una visione lungimirante e responsabile avrebbero dovuto consigliare di nominare con sollecitudine commissario alla ricostruzione, oltre che all'emergenza, il presidente della regione, Bonaccini. Invece, avete tergiversato per trovare soluzioni che potessero inficiare una nomina che in Emilia-Romagna davano tutti per scontata, dagli amministratori locali di segno politico diverso, ai portatori di interesse riuniti nel tavolo per il lavoro e il clima, ai cittadini romagnoli rappresentanti dell'associazionismo e del terzo settore. E lo sapete perché la davano per scontata? Perché quei cittadini, quelle imprese, quelle famiglie e quei volontari, che generosamente si sono subito attivati, meritando tutti i nostri applausi e la nostra gratitudine, avevano già visto all'opera la regione e il commissario Bonaccini nella fase della ricostruzione del dopo sisma 2012, che si concluderà, badate bene, il 31 dicembre del 2023. Nulla era stato lasciato al caso, ma è stato legato da una rete di congiunzione tra tutti i protagonisti istituzionali, sociali e imprenditoriali, senza chiedere la tessera del partito in tasca.

Allora ed oggi, quel popolo, quei cittadini e quelle imprese volevano e vogliono rialzare la testa, senza piangersi addosso e senza piegarsi al destino cinico e baro. E invece avete tradito le loro attese, facendoli aspettare quasi due mesi per nominare un commissario diverso, a cui abbiamo comunque dato tutto il nostro sostegno, la nostra stima e la nostra disponibilità, perché non siamo come voi, che, turandovi pure il naso, avete scelto un uomo di Stato, che, solo qualche mese fa, criticavate per il ruolo avuto nella gestione del COVID e per fare l'occhiolino ai No-vax. Ma si sa, pur di raggiungere un obiettivo, siete disposti a tutto, e lo avete dimostrato in questi nove mesi di Governo, cambiando posizione più volte, a fronte di una maggioranza che avrebbe i numeri per votare leggi e decreti senza ricorrere alla continua fiducia sui provvedimenti. E invece, ogni volta, ricorrete alla fiducia per nascondere le vostre divergenze ed introdurre nei provvedimenti di tutto e di più, anche con misure diverse dall'oggetto della decretazione, nonostante il solenne richiamo che ha fatto il Presidente Mattarella, che è intervenuto sui Presidenti delle Camere per stigmatizzare queste illegittime procedure che snaturano le funzioni del Parlamento.

E sulla figura del generale Figliuolo non abbiamo osservato nulla, lo abbiamo apprezzato nel periodo COVID e lo apprezzeremo per quanto farà nel ruolo a cui è stato chiamato. Lo stesso è avvenuto da parte di tutti i soggetti istituzionali dell'Emilia-Romagna, che lo hanno già incontrato. A noi interessa la ricostruzione di un territorio e la vita delle persone che lo hanno reso nel tempo un'eccellenza nel Paese e nel mondo, non le elezioni regionali del 2025. Non ci interessa parlare solo con i sindaci del nostro stesso schieramento, ma con tutti, perché il fine è l'interesse comune, ossia la ripartenza e la ricostruzione. E quando chiediamo i giusti ristori al 100 per cento, lo facciamo sulla base delle stime fatte sui luoghi colpiti dall'Agenzia regionale e dal Dipartimento nazionale della Protezione Civile, assieme ai comuni. Non solo quelle risorse ancora non ci sono, ma c'è dal Governo chi ha pensato di indirizzarle solo ai sindaci amici, attraverso telefonate ed interlocuzioni dirette: un metodo di lavoro inquietante e vergognoso che investe la responsabilità di parlamentari ed esponenti di Governo, che, tra fake news, annunci e visite guidate, trovano il tempo di occuparsi solo dell'alluvione in una chiave di interesse politico. Lo ripetiamo di nuovo in quest'Aula, Presidente, rivolgendoci a lei: si esca da quella modalità, ora che c'è il commissario e che avete messo quattro spicci per salvare la faccia. È una modalità impropria, che non serve più e rischia di frenare ulteriormente il percorso di ricostruzione. Non servono più gli stivali e le manifestazioni di solidarietà con scorta alle spalle. Servono risorse e ristori, subito! La Presidente Meloni ha annunciato che i rimborsi saranno al 100 per cento e che fino alla normalità lo Stato sarà presente con tutti i contributi necessari. Verrebbe da dire che le strette di mano e le conferenze stampa non producono soldi e nel decreto, infatti, non vi è traccia di tutto questo. Occorreva trovarli e metterli a bilancio. Al momento non è così e sapete chi ce lo dice? Ce lo dice questo decreto che, con il gioco delle tre carte, avete rimodulato, vincolando più di un terzo delle risorse già previste da destinare al rimborso del 50 per cento.

Ci avete provato per bloccare anche le azioni del commissario stesso. Ce lo dice il generale Figliuolo, che nelle audizioni di questa settimana ha confermato, a differenza di quanto raccontano esponenti della destra, che ancora non ci sono le risorse per gli interventi urgenti, che, come noi abbiamo ribadito, occorre trovare. Al tempo stesso sono insufficienti le risorse complessive per la ricostruzione e, quindi, non ci sarà il 100 per cento dei ristori a famiglie ed imprese. Bisogna che lo diciate e, se non lo fate voi, non vi preoccupate: ci penseremo noi a farlo sapere.

Vogliamo entrare nel merito? Nel 2023 occorre passare dai 120 milioni stanziati ai 700. Questa è stata ed è la nostra proposta, a seguito dell'ascolto di chi i danni li ha subiti. In secondo luogo, le regioni e gli enti locali, insieme alle forze produttive e sociali, hanno stimato la cifra di 9 miliardi per la ricostruzione; ne mancano oltre 6 rispetto agli stanziamenti fatti. Delle due l'una: o smentite il lavoro di chi ha fatto quella stima o trovate i soldi, altrimenti si entrerà in una fase di caos, che diventerà molto difficile gestire, per il commissario in primis. Certo, poi arriva l'annuncio di qualche genio della lampada, che pensa di fare cassa con i soldi delle giocate d'azzardo; si utilizzeranno la sofferenza e l'indebitamento di tanti, troppi cittadini del nostro Paese, per dare solidarietà alle popolazioni, come successo purtroppo anche per altre emergenze, un paradosso voluto dal Governo che ha deciso di promuovere e aumentare le giocate d'azzardo e trovare così i soldi necessari - non si sa bene quanti - per finanziare la ricostruzione, invece che distrarli da altri capitoli, da preservare per le loro mance elettorali. È una scelta sbagliata, come ha giustamente sottolineato Luciano Gualzetti, presidente della Consulta nazionale antiusura. Così facendo, peraltro, il Governo decide di utilizzare il gioco d'azzardo come il pilastro fondamentale del suo sistema economico, producendo effetti devastanti in decine di migliaia di cittadini, catturati dal giro criminale che ruota intorno a usura e indebitamento. Ha fatto molto meglio la regione con le libere donazioni di cittadini e imprese, arrivando a 40 milioni di euro. Le risorse per la Romagna vanno immediatamente garantite. Si trovino altrove, a cominciare da quei grandi interessi che in maniera speculativa si sono avvantaggiati dalla crisi energetica, miliardi e miliardi di extraprofitti che vi guardate bene dal tassare per dare ristoro a chi oggi ne ha bisogno. D'altronde, avete aumentato l'uso del contante; così si alimenta il far west della fiscalità e, magari, si dà una mano a chi intende in queste modalità riciclare denaro. Questa è la vostra politica, questi i fronti che state tutelando: meglio riservare le attenzioni erariali sulla povera gente, meglio opporsi al salario minimo e lasciare 3 milioni di lavoratori sul precipizio della povertà. È la povera gente che deve soffrire, è la povera gente che deve pagare le tasse. Magari, si strizza l'occhio a chi ha difficoltà verso la legalità, abbassando, come avete fatto, le difese sulle normativa antimafia. La Romagna dallo Stato si aspetta altro, visto che, quando c'è stato bisogno di realizzare il rigassificatore a Ravenna, in 60 giorni, con gli enti locali, le imprese e i sindacati è stata fatta prontamente la propria parte. Alla Romagna altro si deve dare, non certo quello che fino ad ora è stato deciso, anche con la conversione dell'attuale decreto che stiamo discutendo. Vi sembra civile tutto questo? Rassicura chi in Romagna è in difficoltà?

Noi crediamo di no e ripetiamo in quest'Aula ciò che due giorni fa abbiamo detto al commissario Figliuolo: servono unità di squadra, risorse giuste, strumenti idonei e tempi certi in questo schema di lavoro. La Romagna potrà soltanto così riconquistare la normalità perduta nei terribili giorni delle alluvioni. Abbiamo anche appreso poco fa, in Commissione bilancio, che addirittura la rimozione dei rifiuti e dei detriti sarà a carico della regione e dei comuni coinvolti, anziché a valere sulle risorse che dovevano essere previste. Non abbiamo nascosto al commissario le nostre forti perplessità sul fatto che il lavoro di squadra non debba prescindere dal coinvolgimento reale della regione, dei comuni e dei portatori di interessi, cercando condivisione, passo passo, sulle scelte che verranno fatte, come successe per il sisma del 2012. Abbiamo segnalato un'attenzione particolare all'agricoltura, non solo per il ristoro dei danni, che pure è importante, ma soprattutto per la rimessa in produzione di migliaia di ettari di terreni sommersi dal fango. Così pure va monitorata costantemente la situazione dell'Appennino e delle aree interne, con il ripristino completo della viabilità e di un assetto idrogeologico seriamente compromesso dalle frane e dagli smottamenti. Ci fa piacere che il commissario, nel sopralluogo fatto mercoledì a Forlì, incontrando i sindaci, li abbia rassicurati sul fatto che le risorse, magari, si riescono a trovare per gli interventi di estrema urgenza. Ci auguriamo che pure il Governo però sia d'accordo, perché altrimenti saremmo in presenza di un primo grave conflitto tra il commissario e il Governo che lo ha nominato.

Infine - sto concludendo, Presidente - consentitemi di ringraziare ancora una volta tutti i comuni, i loro sindaci e i loro amministratori, che in questi oltre due mesi hanno dovuto operare in chiave di emergenza, senza piangersi addosso, ma per ripartire presto e bene, utilizzando risorse proprie innanzitutto, con il supporto certo delle colonne mobili della Protezione civile, dell'Esercito, delle Forze dell'ordine, dei consorzi di bonifica e delle autorità di bacino, riuscendo ad ovviare a molte delle criticità che si sono manifestate. Lo hanno fatto facendo rete, senza logica di appartenenza politica, un esempio che dovrebbe essere seguito da tutta la filiera istituzionale, ma che credo si faccia fatica ad acquisire.

Questo decreto presenta molti limiti, come abbiamo già detto nei nostri interventi. Abbiamo cercato di dare il nostro contributo di partito, momentaneamente all'opposizione, ma il Governo e la maggioranza hanno ritenuto di seguire una strada diversa, a cominciare dall'incremento di risorse che non sono arrivate, nonostante tutti i “bla bla bla” che abbiamo sentito. Come PD abbiamo presentato 230 emendamenti, proposte basate sul confronto avuto nel corso delle settimane con le popolazioni colpite, con le aziende e con gli enti locali su cinque principali ambiti: la messa in sicurezza del territorio e il ripristino delle infrastrutture; il sostegno ai settori produttivi; il sostegno ai lavoratori e alle famiglie; il sostegno agli enti locali; la sanità; l'istruzione. Siamo partiti dalle esperienze delle buone pratiche della gestione del sisma 2012 e delle altre emergenze che sono seguite. Molte sono state le proposte avanzate, di buon senso, concrete, pratiche, per migliorare il provvedimento e renderlo più efficace, a partire dalla disciplina chiara per individuare ulteriori territori, come quelli anche delle province meno colpite dall'alluvione ma molto dalle frane, come Modena, Reggio Emilia e Bologna, o anche altri territori successivamente colpiti da altri eventi meteorologici, a cui si poteva e si può ancora applicare la disciplina del decreto in termini stringenti. Così pure vi sarebbe la necessità di consentire alla struttura commissariale al più presto, la piena operatività e un tempo congruo di durata dell'incarico del commissario, che non ce la può fare in un anno. Badate bene, è una roba assurda. Vi sono poi altre proposte, dai tempi stringenti che abbiamo chiesto per la nomina dei subcommissari, che per fortuna avete accettato debbano essere i presidenti di regione, ai più frequenti obblighi informativi e di aggiornamento sullo stato di avanzamento della ricostruzione in capo al commissario. Così pure abbiamo chiesto che i comuni siano coinvolti nella gestione del percorso del commissario, mettendo loro a disposizione maggiori risorse umane ed economiche per far fronte al surplus di incombenze e alle pratiche edilizie ed amministrative, a cui sono già chiamati e a cui saranno chiamati sempre di più. Niente di tutto questo. Il maggior coinvolgimento degli enti locali si deve alla nostra determinazione, così come il riconoscimento del lavoro volontario di tanti giovani che potranno ora contare sull'assegnazione di crediti formativi. Avete poi utilizzato anche pareri preconfezionati per bocciare alcuni emendamenti, come quello sui consorzi di bonifica, che non sappiamo che cosa vi abbiano fatto visto che avete bocciato tutto quello che abbiamo proposto per dar loro una mano, per sostenerli nel lavoro. Abbiamo cercato di costruire dentro questo percorso proposte che provassero a migliorare questo provvedimento. Per l'agricoltura, ad esempio, per il ristoro dei danni alle produzioni zootecniche o per gli indennizzi alle produzioni vegetali non avete aggiunto risorse, avete stabilito il tetto di 100 milioni dentro un fondo già esistente, anche qui un lavoro di prestidigitazione, come dice qualche mago in televisione. Andava fatto di più, non c'è dubbio. Abbiamo trovato di fronte indisponibilità ad approfondire, discutere e trovare soluzioni comuni. Vi abbiamo indicato i punti di criticità di scelte che siamo certi rivedrete nei prossimi provvedimenti perché sono monche ed inefficaci. Sappiate, però, che non ci fermeremo come Partito Democratico, vi incalzeremo passo dopo passo in Parlamento e fuori, nel dialogo con i territori e i portatori di interesse, terremo accesi i riflettori sulla Romagna quando tra pochi mesi subentrerà in voi l'oblio e in tanti si dimenticheranno. A noi però non interessano le bandiere da agitare in una curva, ci interessa la vita della gente e delle imprese di quei territori, le loro preoccupazioni, le loro speranze, per ridare un futuro a loro e a quel territorio. Insieme ai cittadini della Romagna, delle Marche e della Toscana strada facendo vi faremo cambiare idea.